lunedì 30 ottobre 2017

Breve storia di due monumenti

Duomo di Orvieto

Duomo
La facciata organizzata dall'architetto senese Lorenzo Maitani con uno schema tricuspidale è l'elemento  architettonico caratterizzante dell'edificio (foto Carlo Nicotra)

La costruzione del Duomo di Orvieto, chiesa episcopale dedicata a Santa Maria Assunta, venne avviata nel 1290 sul sito ove sorgevano la cattedrale di Santa Maria Prisca, allora in rovina, e la chiesa capitolare di San Costanzo con la quale l'attuale edificio condivide parte dell'impianto fondazionale. Alla posa della prima pietra, avvenuta il 13 novembre 1290, seguì la realizzazione delle navate e del transetto secondo lo schema progettuale redatto da Arnolfo di Cambio. 
Inizialmente la direzione dei lavori fu affidata a fra Bevignate da Perugia al quale subentrò, alla fine del XIII secolo Giovanni di Uguccione che introdusse le prime forme gotiche. Nel 1310 dopo una sosta nei lavori, avvenne la radicale trasformazione dell'impostazione progettuale. Venne incaricato dell'esecuzione della fabbrica l'architetto senese Lorenzo Maitani che consolidò la struttura con l'aggiunta dei contrafforti e di sei archi rampanti esterni e riconfigurò l'intero impianto utilizzando stilemi gotici, a croce latina, in sostituzione dell'abside semicircolare romanica prevista dal progetto precedente. Il Maitani, ideatore della significativa facciata tricuspidale, nel cui modello è riconoscibile l'influenza delle architetture del Duomo di Siena, seguì la costruzione dell'edificio sino al 1330, anno della sua morte. 

Duomo
Particolare del bassorilievo rappresentante il peccato originale eseguito da Lorenzo Maitani sul pilone esterno della facciata (foto Carlo Nicotra)

Dopo di lui, sino alla conclusione dei lavori avvenuta all'inizio del XVII secolo si alternarono, alla guida del cantiere, numerosi capomastri; tra questi, Vitale figlio del Maitani, Niccolò e Meo Nuti, Andrea e Nino Pisano, Andrea di Cecco, Andrea di Cione detto l'Orcagna, al quale si deve la realizzazione del rosone (1354-1380), Sano di Matteo ed Antonio Federighi che, tra il 1451 ed il 1456, modificò lo schema della facciata introducendo nel progetto le forme rinascimentali delle dodici edicole. 

Duomo
Particolare del rosone realizzato dall'Orcagna e le dodici edicole sovrapposte (foto Carlo Nicotra)

Michele Sanmicheli operò, sugli esterni, tra il 1513 ed il 1534, Antonio da Sangallo il Giovane sulla facciata e sulle pavimentazioni. A partire dal 1567 venne attuato, ad opera del capomastro Ippolito Scalza, un complesso programma di riconversione dell'apparato decorativo atto ad adeguare l'edificio al gusto manieristico dell'epoca ed ai dettami della chiesa controriformata; il successore, Curzio Testasecca, continuò le opere avviate dallo Scalza e, con il completamento delle due cuspidi mancanti (cuspide angolare destra e cuspide sinistra) concluse, all'inizio del '600, i lavori di realizzazione della facciata. 

Duomo
Facciata principale e laterale sinistra ove si evidenzia il bicromatismo delle fasce marmoree (foto Carlo Nicotra)

Nella notte del 10 dicembre 1795, le strutture del Duomo vennero gravemente danneggiate da un fulmine; il restauro venne operato dall'architetto romano Giuseppe Valadier che portò contestualmente a termine, tra il 1797 ed il 1806, un'attenta opera di ristrutturazione dell'intero edificio. Tra il 1877 ed il 1888 venne effettuato l'ultimo intervento significativo alla struttura. I lavori, condotti dagli ingegneri Carlo Franci e Paolo Zampi e dallo storico archivista Luigi Fumi attuarono la rimozione dell'apparato decorativo barocco al fine di riportare la Cattedrale alle sue originali forme gotiche.


Duomo di Siena


Cattedrale
La facciata realizzata da Giovanni Pisano nella parte inferiore e da Giovanni di Cecco nella parte sommitale (foto Carlo Nicotra)

Le prime strutture della Cattedrale di Santa Maria Assunta, o Duomo di Siena, videro la luce in un contesto già originariamente ricco di complessità urbane e di significative permanenze architettoniche. Le poche notizie relative all'origine dell'attuale fabbrica fanno risalire la collocazione dell'originale sedime costruttivo all'interno della Saena Iulia romana, sul sito ove si ergevano i principali edifici pubblici e religiosi. Dalla fine del VI secolo, dopo l'occupazione longobarda, una costruzione fortificata avrebbe ospitato, sino al 913, la residenza del Vescovo e rivolta verso est, nel luogo dell'attuale Battistero, una prima chiesa. Sul sito, riconoscibile nel toponimo medievale di Piano Sancte Mariae, iniziò, nel corso del secolo XII, la costruzione del nuovo edificio, in stile romanico, che si sovrapponeva ed inglobava parte delle strutture precedenti. All'iniziativa laica, che aveva promosso l'avvio della fabbrica della Cattedrale subentrò, a partire dal 1257, la gestione dei monaci dell'abbazia cistercense di San Galgano e da quel momento in poi la storia della costruzione e la sua evoluzione formale, vennero accuratamente documentate negli atti conservativi dell’Archivio dell’Opera del Duomo. Le continue modifiche apportate all'apparato distributivo e decorativo durante il lungo percorso temporale del cantiere, unitamente al riutilizzo di elementi architettonici preesistenti, caratterizzarono il prosieguo dell'opera ponendosi quali elementi condizionanti sia in merito alla coerenza stilistica, che della resistenza strutturale. 



Cattedrale
La cupola e il campanile inseriti nella compatta struttura urbana (foto Carlo Nicotra)

La cupola, dell'altezza di 48 metri, fu realizzata in forme romaniche nel 1263 e completata nel suo apice nel 1667, mentre le opere di ampliamento operate sull'edificio, portarono ad una significativa dilatazione, rispetto alla ipotesi progettuale originale, degli assi longitudinali e trasversali dell'intero corpo edilizio. Tra il 1284 ed il 1297 operarono alla fabbrica, interpellati dai monaci per seguire la prosecuzione dei lavori, Nicola Pisano e suo figlio Giovanni; quest'ultimo si dedicò principalmente alla realizzazione della parte inferiore del prospetto che venne organizzato sovrapponendo agli archi a tutto sesto dei portali strombati, cuspidi gotiche decorate con elementi scultorei di grande leggerezza ed eleganza. 


Cattedrale
Il fianco della navata ospita la base del campanile  caratterizzato dalla successione delle polifore e dalle fasce di marmo bicromatico (foto Carlo Nicotra)

Nel 1313 venne completata la costruzione del campanile; la struttura, alta 77 metri, caratterizzata dal cromatismo delle fasce bianco e verde dei marmi di rivestimento e da sei ordini di finestre che si sviluppavano in verticale trasformandosi da monofore a esafore, manteneva i caratteri stilistici romanici propri della parte più antica del Duomo. Nei primi anni del Trecento veniva operato l'ampliamento del transetto ed il prolungamento del coro, mentre pochi anni più tardi, nel 1339, in un momento particolarmente favorevole per la storia economica della città, si dava il via all'ambizioso progetto di ampliamento che, curato da Lando di Pietro e Giovanni d’Agostino, prevedeva la realizzazione di una nuova grande cattedrale della quale la struttura esistente avrebbe costituito il braccio corto trasversale. La peste del 1348 e le notevoli difficoltà strutturali riscontrate interruppero nel 1357 la realizzazione dell'opera, lasciandone parte incompiuta nei basamenti delle colonne inglobati nell'attuale Museo dell'Opera e sul lato sud, nell'imponente frammento murario denominato “facciatone”. Nel 1376 venne affidata a Giovanni di Cecco la realizzazione della parte superiore della facciata; egli accentuò il carattere stilistico gotico della struttura e delle decorazioni, creando un ricco apparato scultoreo e strutturale che comprendeva il rosone nelle parte centrale e una importante cuspide dorata posta quale svettante chiusura dell'assetto sommitale dell'edificio. Nel 1382 vennero realizzate le volte della navata centrale e nel corso dello stesso anno il Duomo risultava di fatto completato. La tipologia costruttiva e decorativa impiegata, proponeva molti degli elementi di passaggio tra i caratteri artistico architettonici romanici e quelli legati all'interpretazione italica del gotico, ponendo l'opera nella medesima matrice culturale che, nel corso del Trecento, ispirò pure la sostanzialmente coeva realizzazione del Duomo di Orvieto. 


Cattedrale interni
Navata centrale ed effetti cromatici dei pilastri polilobati (foto Carlo Nicotra)

Dopo l'ultimazione delle strutture, gli spazi interni si arricchirono progressivamente di importantissime opere d'arte quali la cappella Chigi o della Madonna del Voto, commissionata da Papa Alessandro VII e realizzata da Gian Lorenzo Bernini, la Libreria e la Cappella Piccolomini con l'altare realizzato da Andrea Bregno e completato, tra il 1501 ed il 1504, dall'allora giovane Michelangelo. 


Cattedrale - interni
Particolare del pulpito duecentesco realizzato da Nicola Pisano (foto Carlo Nicotra)

L'opera che ha maggiormente caratterizzato il contesto decorativo della Cattedrale, accompagnando per sei secoli, dal Trecento all'Ottocento, la realizzazione e la vita stessa dell'edificio, è però costituita dal complesso di tarsie marmoree del sistema pavimentale. 


Cattedrale - tarsie dei pavimenti
Tarsia marmorea dei pavimenti rappresentante la Strage degli Innocenti (foto Carlo Nicotra)

Composte da più di sessanta scene collocate in un programma figurativo rappresentante i vari aspetti della Salvezza, le pavimentazioni raggiunsero il loro completo assetto attorno alla metà del secolo XVI; seguì un continuo lavoro di aggiunte e restauri sino alle vaste integrazioni effettuate nel corso del secolo XIX. I problemi strutturali e costruttivi che avevano caratterizzato sin dall'inizio l'innalzamento della fabbrica, continuarono a manifestarsi nel corso della vita della struttura. Nella seconda metà del secolo XVII fu necessario provvedere alla realizzazione di 4 contrafforti in mattoni per il consolidamento del lato sinistro della navata centrale, profondamente lesionato da una serie di episodi sismici. In seguito ai gravi danni subiti nel corso del terremoto che colpì Siena il 21 maggio 1798 si rese necessaria l'esecuzione di ulteriori importanti ed esteticamente impattanti opere di consolidamento strutturale; al fine di assorbire le spinte sulle murature e per contrastare la spinta della volta della navata centrale furono infatti installate una serie di catene interne e realizzati 10 contrafforti murari. 



La Cattedrale rappresentata in una foto scattata da Giacomo Brogi intorno al 1870 (foto catalogo Brogi)

La Cattedrale restaurata venne riaperta al culto il 2 agosto 1801. Il 17 ottobre 1890, durante l' esecuzione di alcuni lavori di manutenzione, scoppiò un incendio che distrusse completamente la copertura lignea, provocò la completa fusione delle lastre in piombo che ricoprivano il tetto e causò gravissimi danni all'intero edificio. I lavori di ricostruzione, affidati nel 1891 all'architetto senese Giuseppe Partini portarono al rifacimento della copertura nel corso del 1893; il successivo completo restauro fu seguito, negli anni seguenti dall'architetto Agenore Socini subentrato nel 1895 al Partini. In seguito a questi interventi il Duomo assunse la fisionomia attuale, molto diversa, soprattutto nella copertura, rispetto all'edificio originale. Successivamente, al fine della corretta conservazione del monumento, furono effettuati ulteriori importanti interventi; tra questi da ricordare l'attento restauro della facciata effettuato tra la primavera del 2004 ed il novembre del 2006, quello di risistemazione della copertura partiniana portato a termine tra il settembre del 2005 e la fine dell'anno successivo, e le contestuali opere di consolidamento degli elementi strutturali delle navate centrali e dei contrafforti.