Duomo di Orvieto
|
La facciata organizzata dall'architetto senese Lorenzo Maitani con uno schema tricuspidale è l'elemento architettonico caratterizzante dell'edificio (foto Carlo Nicotra) |
La
costruzione del Duomo di Orvieto, chiesa episcopale dedicata a Santa
Maria Assunta, venne avviata nel 1290 sul sito ove sorgevano la
cattedrale di Santa Maria Prisca, allora in rovina, e la chiesa
capitolare di San Costanzo con la quale l'attuale edificio condivide
parte dell'impianto fondazionale. Alla posa della prima pietra,
avvenuta il 13 novembre 1290, seguì la realizzazione delle navate e
del transetto secondo lo schema progettuale redatto da Arnolfo di
Cambio. Inizialmente la direzione dei lavori fu affidata
a fra Bevignate da Perugia al quale subentrò, alla fine del XIII
secolo Giovanni di Uguccione che introdusse le prime forme
gotiche. Nel 1310 dopo una
sosta nei lavori, avvenne la radicale trasformazione
dell'impostazione progettuale. Venne incaricato dell'esecuzione della
fabbrica l'architetto senese Lorenzo Maitani che consolidò la
struttura con l'aggiunta dei contrafforti e di sei archi rampanti
esterni e riconfigurò l'intero impianto utilizzando stilemi gotici,
a croce latina, in sostituzione dell'abside semicircolare romanica
prevista dal progetto precedente. Il Maitani, ideatore della
significativa facciata tricuspidale, nel cui modello è riconoscibile
l'influenza delle architetture del Duomo di Siena, seguì
la costruzione dell'edificio sino al 1330, anno della sua
morte.
|
Particolare del bassorilievo rappresentante il peccato originale eseguito da Lorenzo Maitani sul pilone esterno della facciata (foto Carlo Nicotra) |
Dopo di lui, sino alla conclusione dei lavori
avvenuta all'inizio del XVII secolo si alternarono, alla guida
del cantiere, numerosi capomastri; tra questi, Vitale
figlio del Maitani, Niccolò e Meo Nuti, Andrea e Nino Pisano, Andrea
di Cecco, Andrea di Cione detto l'Orcagna, al quale si deve la
realizzazione del rosone (1354-1380), Sano di Matteo ed Antonio
Federighi che, tra il 1451 ed il 1456, modificò lo schema della
facciata introducendo nel progetto le forme rinascimentali delle
dodici edicole.
|
Particolare del rosone realizzato dall'Orcagna e le dodici edicole sovrapposte (foto Carlo Nicotra) |
Michele Sanmicheli operò, sugli esterni,
tra il 1513 ed il 1534, Antonio da Sangallo il Giovane sulla facciata
e sulle pavimentazioni. A partire dal 1567 venne attuato,
ad opera del capomastro Ippolito Scalza, un complesso programma di
riconversione dell'apparato decorativo atto ad adeguare l'edificio al
gusto manieristico dell'epoca ed ai dettami della chiesa
controriformata; il successore, Curzio Testasecca, continuò le opere
avviate dallo Scalza e, con il completamento delle due cuspidi
mancanti (cuspide angolare destra e cuspide sinistra) concluse,
all'inizio del '600, i lavori di realizzazione della facciata.
|
Facciata principale e laterale sinistra ove si evidenzia il bicromatismo delle fasce marmoree (foto Carlo Nicotra) |
Nella
notte del 10 dicembre 1795, le strutture del Duomo vennero gravemente
danneggiate da un fulmine; il restauro venne operato dall'architetto
romano Giuseppe Valadier che portò contestualmente a termine, tra il
1797 ed il 1806, un'attenta opera di ristrutturazione dell'intero
edificio. Tra il 1877 ed il 1888 venne effettuato l'ultimo intervento
significativo alla struttura. I lavori, condotti dagli ingegneri
Carlo Franci e Paolo Zampi e dallo storico archivista Luigi Fumi
attuarono la rimozione dell'apparato decorativo barocco al fine di
riportare la Cattedrale alle sue originali forme gotiche.
Duomo di Siena
|
La facciata realizzata da Giovanni Pisano nella parte inferiore e da Giovanni di Cecco nella parte sommitale (foto Carlo Nicotra) |
Le prime strutture della
Cattedrale di Santa Maria Assunta, o Duomo di Siena, videro la luce
in un contesto già originariamente ricco di complessità urbane e di
significative permanenze architettoniche. Le poche notizie relative
all'origine dell'attuale fabbrica fanno risalire la collocazione
dell'originale sedime costruttivo all'interno della Saena Iulia
romana, sul sito ove si ergevano i principali edifici pubblici e
religiosi. Dalla fine del VI secolo, dopo l'occupazione longobarda,
una costruzione fortificata avrebbe ospitato, sino al 913, la
residenza del Vescovo e rivolta verso est, nel luogo dell'attuale
Battistero, una prima chiesa. Sul sito, riconoscibile nel toponimo
medievale di Piano Sancte Mariae, iniziò, nel corso del
secolo XII, la costruzione del nuovo edificio, in stile romanico, che
si sovrapponeva ed inglobava parte delle strutture precedenti.
All'iniziativa laica, che aveva promosso l'avvio della fabbrica della
Cattedrale subentrò, a partire dal 1257, la gestione dei monaci
dell'abbazia cistercense di San Galgano e da quel momento in poi la
storia della costruzione e la sua evoluzione formale, vennero
accuratamente documentate negli atti conservativi dell’Archivio
dell’Opera del Duomo. Le continue modifiche apportate all'apparato
distributivo e decorativo durante il lungo percorso temporale del
cantiere, unitamente al riutilizzo di elementi architettonici
preesistenti, caratterizzarono il prosieguo dell'opera ponendosi
quali elementi condizionanti sia in merito alla coerenza stilistica,
che della resistenza strutturale.
|
La cupola e il campanile inseriti nella compatta struttura urbana (foto Carlo Nicotra) |
La cupola, dell'altezza di 48
metri, fu realizzata in forme romaniche nel 1263 e completata nel suo
apice nel 1667, mentre le opere di ampliamento operate sull'edificio,
portarono ad una significativa dilatazione, rispetto alla ipotesi
progettuale originale, degli assi longitudinali e trasversali
dell'intero corpo edilizio. Tra il 1284 ed il 1297 operarono alla
fabbrica, interpellati dai monaci per seguire la prosecuzione dei
lavori, Nicola Pisano e suo figlio Giovanni; quest'ultimo si dedicò
principalmente alla realizzazione della parte inferiore del prospetto
che venne organizzato sovrapponendo agli archi a tutto sesto dei
portali strombati, cuspidi gotiche decorate con elementi scultorei di
grande leggerezza ed eleganza.
|
Il fianco della navata ospita la base del campanile caratterizzato dalla successione delle polifore e dalle fasce di marmo bicromatico (foto Carlo Nicotra) |
Nel 1313 venne completata la
costruzione del campanile; la struttura, alta 77 metri,
caratterizzata dal cromatismo delle fasce bianco e verde dei marmi di
rivestimento e da sei ordini di finestre che si sviluppavano in
verticale trasformandosi da monofore a esafore, manteneva i caratteri
stilistici romanici propri della parte più antica del Duomo. Nei
primi anni del Trecento veniva operato l'ampliamento del transetto ed
il prolungamento del coro, mentre pochi anni più tardi, nel 1339, in
un momento particolarmente favorevole per la storia economica della
città, si dava il via all'ambizioso progetto di ampliamento che,
curato da Lando di Pietro e Giovanni d’Agostino, prevedeva la
realizzazione di una nuova grande cattedrale della quale la struttura
esistente avrebbe costituito il braccio corto trasversale. La peste
del 1348 e le notevoli difficoltà strutturali riscontrate
interruppero nel 1357 la realizzazione dell'opera, lasciandone parte
incompiuta nei basamenti delle colonne inglobati nell'attuale Museo
dell'Opera e sul lato sud, nell'imponente frammento murario
denominato “facciatone”. Nel 1376 venne affidata a Giovanni di
Cecco la realizzazione della parte superiore della facciata; egli
accentuò il carattere stilistico gotico della struttura e delle
decorazioni, creando un ricco apparato scultoreo e strutturale che
comprendeva il rosone nelle parte centrale e una importante cuspide
dorata posta quale svettante chiusura dell'assetto sommitale
dell'edificio. Nel 1382 vennero realizzate le volte della navata
centrale e nel corso dello stesso anno il Duomo risultava di fatto
completato. La tipologia costruttiva e decorativa impiegata,
proponeva molti degli elementi di passaggio tra i caratteri artistico
architettonici romanici e quelli legati all'interpretazione italica
del gotico, ponendo l'opera nella medesima matrice culturale che, nel
corso del Trecento, ispirò pure la sostanzialmente coeva
realizzazione del Duomo di Orvieto.
|
Navata centrale ed effetti cromatici dei pilastri polilobati (foto Carlo Nicotra) |
Dopo l'ultimazione delle
strutture, gli spazi interni si arricchirono progressivamente di
importantissime opere d'arte quali la cappella Chigi o della Madonna
del Voto, commissionata da Papa Alessandro VII e realizzata da Gian
Lorenzo Bernini, la Libreria e la Cappella Piccolomini con l'altare
realizzato da Andrea Bregno e completato, tra il 1501 ed il 1504,
dall'allora giovane Michelangelo.
|
Particolare del pulpito duecentesco realizzato da Nicola Pisano (foto Carlo Nicotra) |
L'opera che ha maggiormente
caratterizzato il contesto decorativo della Cattedrale, accompagnando
per sei secoli, dal Trecento all'Ottocento, la realizzazione e la
vita stessa dell'edificio, è però costituita dal complesso di
tarsie marmoree del sistema pavimentale.
|
Tarsia marmorea dei pavimenti rappresentante la Strage degli Innocenti (foto Carlo Nicotra) |
Composte da più di sessanta
scene collocate in un programma figurativo rappresentante i vari
aspetti della Salvezza, le pavimentazioni raggiunsero il loro
completo assetto attorno alla metà del secolo XVI; seguì un
continuo lavoro di aggiunte e restauri sino alle vaste integrazioni
effettuate nel corso del secolo XIX. I problemi strutturali e
costruttivi che avevano caratterizzato sin dall'inizio l'innalzamento
della fabbrica, continuarono a manifestarsi nel corso della vita
della struttura. Nella seconda metà del secolo XVII fu necessario
provvedere alla realizzazione di 4 contrafforti in mattoni per il
consolidamento del lato sinistro della navata centrale, profondamente
lesionato da una serie di episodi sismici. In seguito ai gravi danni
subiti nel corso del terremoto che colpì Siena il 21 maggio 1798 si
rese necessaria l'esecuzione di ulteriori importanti ed esteticamente
impattanti opere di consolidamento strutturale; al fine di assorbire
le spinte sulle murature e per contrastare la spinta della volta
della navata centrale furono infatti installate una serie di catene
interne e realizzati 10 contrafforti murari.
|
La Cattedrale rappresentata in una foto scattata da Giacomo Brogi intorno al 1870 (foto catalogo Brogi) |
La Cattedrale restaurata
venne riaperta al culto il 2 agosto 1801. Il 17 ottobre 1890, durante
l' esecuzione di alcuni lavori di manutenzione, scoppiò un incendio
che distrusse completamente la copertura lignea, provocò la completa
fusione delle lastre in piombo che ricoprivano il tetto e causò
gravissimi danni all'intero edificio. I lavori di ricostruzione,
affidati nel 1891 all'architetto senese Giuseppe Partini portarono al
rifacimento della copertura nel corso del 1893; il successivo
completo restauro fu seguito, negli anni seguenti dall'architetto
Agenore Socini subentrato nel 1895 al Partini. In seguito a questi
interventi il Duomo assunse la fisionomia attuale, molto diversa,
soprattutto nella copertura, rispetto all'edificio originale.
Successivamente, al fine della corretta conservazione del monumento,
furono effettuati ulteriori importanti interventi; tra questi da
ricordare l'attento restauro della facciata effettuato tra la
primavera del 2004 ed il novembre del 2006, quello di risistemazione
della copertura partiniana portato a termine tra il settembre del
2005 e la fine dell'anno successivo, e le contestuali opere di
consolidamento degli elementi strutturali delle navate centrali e dei
contrafforti.