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Roma, Sant'Ivo alla Sapienza, cupola e lanterna spiraliforme (foto Carlo Nicotra) |
Nel
1660 a Roma veniva consacrata, all'interno del complesso
universitario della Sapienza,la piccola chiesa dedicata a Sant'Ivo Hélory. Borromini che, da architetto dell'università romana, aveva iniziato ad occuparsi del progetto
dopo il 1632, non avendo a disposizione grandi spazi planimetrici, fece
la scelta di far sviluppare le volumetrie della chiesa verso l'alto. Nello
schema progettuale da lui ideato due triangoli contrapposti, combinati con parti di
cerchio concave e convesse, si compenetravano sino a formare l'immagine
di una stella a sei punte; tale figura si sviluppava nell'alzato creando un impianto
spaziale ricco di contenuti simbolici. La traslazione dell'impianto dal livello terra alla sommità delle pareti, generava l'appoggio, in assenza di trabeazione, della cupola che, a sua volta, si spingeva verticale e dinamica sino al cerchio luminoso e perfetto della lanterna.
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Sant'Ivo, intradosso della cupola (foto Carlo Nicotra) |
All'esterno un crescendo di gradoni contraffortati si impostava sul
tamburo ottagonale, proseguiva verso l'alto con la lanterna strutturata su un'alternanza di colonne binate e superfici concave, aprendosi, alla fine, verso il cielo tramite l'elemento a spirale. Quest'ultimo, nella cui immagine sono riconoscibili molteplici riferimenti simbolici ed
architettonici (tratti dell'iconografia cinquecentesca della torre di Babele nelle forme rivisitate dal gesuita tedesco Athanasius Kircher, il faro di
Alessandria, ma anche alcune delle componenti del gotico fiorito che il
giovane Borromini aveva trattato durante la realizzazione del tiburio
del duomo di Milano) costituisce uno dei principali elementi
caratterizzanti l'edificio; dinamizza gli spazi proiettandoli, in
opposizione alla simbolica chiusura della volta celeste operata nella
quasi totalità delle cupole degli edifici religiosi, dal basso
verso l'infinito.
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Sant'Ivo particolari architettonici della lanterna spiraliforme (foto Carlo Nicotra) |
Tra
le righe dell'eterodossia architettonica borrominiana, espressa con
decisione nella dinamica spaziale operata a Sant'Ivo, si coglie
peraltro un'accorta politica professionale; nell'edificio
l'architetto contestualizza un omaggio alla famiglia
Barberini, il cui schema araldico delle tre api appare stilizzato
nell'intreccio delle geometrie che formano l'impianto planimetrico e
inserisce l'elemento sommitale esterno della corona di fiamme in
pietra e ferro della lanterna/faro luce dell'umanità, sovrastata dal
globo e dalla colomba col ramoscello d'ulivo, quale palese tributo al
pontefice in carica Innocenzo X Pamphilj.
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Sant'Ivo, parte sommitale della lanterna (foto Carlo Nicotra) |
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Roma, complesso di Sant'Ivo alla Sapienza 1642-1660 (foto Carlo Nicotra) |