Castrum e centro storico
Grado, parte superiore del battistero (foto Carlo Nicotra) |
Mappa del castrum |
architetture abitative del centro storico (foto Carlo Nicotra)
Grado, cattedrale di Sant'Eufemia (foto Carlo Nicotra) |
La piazzetta della cattedrale in una immagine di fine Ottocento |
Questo spazio angusto sul quale prospettavano i tre edifici, fu oggetto di una opportuna espansione in seguito alle demolizioni di un tratto della cinta muraria operate in epoca medievale; le trasformazioni urbane mutarono l'assetto del tessuto urbano creando lo slargo corrispondente all'attuale campo dei Patriarchi. Il Duomo o Basilica di sant'Eufemia, voluta dal Patriarca Elia e da lui consacrata il 3 novembre del 579, venne realizzata sfruttando i resti di un preesistente impianto religioso risalente alla seconda metà del IV secolo. Le testimonianze architettoniche di questa struttura sono tuttora visibili nel livello inferiore del pavimento attuale ed attestano due fasi costruttive distinte: la prima viene identificata da una semplice aula rettangolare, la seconda, più recente, da una struttura absidata delle dimensioni di m. 14,70 per 6,70. La cattedrale eliana, organizzata, con la navata principale e le due navatelle laterali, su uno schema planimetrico delle dimensioni di m. 35,70 x 19,50, piuttosto allungato rispetto alle proporzioni canoniche, denuncia, con la pronunciata deviazione dell'orientamento della facciata e nelle tracce del nartece demolito nel secolo XIX, i condizionamenti subiti in fase costruttiva dall'attigua compatta edilizia del castrum. All'edificio fu poi aggiunto il campanile realizzato sul classico modello tardomedievale. L' interno della chiesa, nel quale si può percepire il particolare ritmo architettonico scandito dalle alternanze e dissonanze tra colonnato, paraste esterne e forature, viene caratterizzato anche dal bizantino dialogo chiaroscurale tra le tre navate e dal grande mosaico pavimentale.
Cattedrale di Sant'Eufemia (foto Carlo Nicotra) |
Sant' Eufemia, ritmo del colonnato (foto Carlo Nicotra) |
Notevole pure la serie dei capitelli che sormontano le colonne in marmo policromo (vedi la serie dei sette capitelli compositi di tipo teodosiano) e l'alto ambone esagonale, duecentesco, ma con la presenza di componenti decorative tardoantiche e altomedievali. Il battistero, sorto in aderenza al duomo e legato ad esso sia funzionalmente che nel corpo di fabbrica (originariamente protetto da un portico a tre archi), è costituito da un'alta e compatta struttura a pianta ottagonale di dodici metri di diagonale e dodici di altezza. L'interno viene illuminato da una serie di finestre ed oculi e la percezione di verticalità viene esaltata dall'assenza di interruzioni architettoniche orizzontali (cornici, risalti ecc.).
Grado, battistero e lapidario (foto carlo Nicotra) |
A nord del duomo, sorge la basilica di Santa Maria delle Grazie, terzo dei monumenti religiosi inseriti nel contesto urbano del campo dei Patriarchi, che la tradizione attribuisce all'opera del vescovo aquileiese Cromazio, profugo a Grado tra il 407 ed il 408.
Grado, Santa Maria alle Grazie (foto Carlo Nicotra) |
L'edificio, le cui forme attuali (restituite dai restauri operati dall'architetto Alessandro Rimini nel 1924) sono da attribuire al periodo eliano, si struttura su un perimetro rettangolare, di 18,90 metri di lunghezza e di 11.20 metri di larghezza, dimensioni corrispondenti a quelle della cattedrale precedente, attestabile alla metà del V secolo; di questa prima chiesa rimangono tuttora visibili, le tracce del pavimento mosaicato e del presbiterio. Alla demolizione del nartece, originariamente addossato all'attuale facciata per alleggerire l'eccessivo verticalismo della parte centrale del prospetto, seguì la reintroduzione (durante i restauri del 1924) della importante trifora e delle paraste; tali opere furono eseguite nell'intento di restituire alla struttura un'immagine coerente al periodo di appartenenza, ma anche per attenuare l'impatto visivo della parte superiore dell'edificio.
Santa Maria alle Grazie, trifora (foto Carlo Nicotra) |
Anche gli spazi interni, scanditi da tre navate separate da due file di archi colonnati (nella versione più antica le colonne erano sei mentre nell'edificio eliano si sono ridotte a cinque) sono regolati nella loro disposizione volumetrica dal forte slancio verticale della navata centrale, fattore determinante anche nella disposizione delle finestre e nella conseguente illuminazione naturale dei vani. I due diversi stadi della costruzione risultano evidenti nell'assetto degli interni; all'altare e alla navata centrale, appartenenti all'edificio eliano, corrispondono la navata destra e parte dell'abside, risalenti alla prima edificazione, posizionate su un livello inferiore.
La basilica in piazza della corte
Gli scavi archeologici effettuati tra il 1902 ed il 1904 in piazza della Corte (oggi piazza Biagio Marin) hanno messo in luce i resti di un complesso ecclesiale paleocristiano costituito da una basilica a tre navate e da un battistero a pianta ottagonale ubicato in prossimità del muro castrense occidentale.
Su un livello inferiore dello scavo vennero inoltre individuati e definiti i resti, poi inglobati dallo sviluppo dell'edificio superiore, di una precedente chiesa a navata unica (delle dimensioni di m. 23.32 per 10,10) attestabile, viste le caratteristiche costruttive, i resti musivi e la semplicità dell'impianto architettonico, tra la fine del IV secolo e l' inizio del V.
Piazza della Corte, gli scavi archeologici in un'immagine d' epoca |
Nel corso della prima metà del secolo VI fu realizzata, sui resti del primo edificio distrutto da un incendio, la nuova basilica, organizzata su tre navate e dotata di un importante impianto absidale. Secondo alcune interpretazioni il complesso basilicale, sorto sui resti di una costruzione romana, sarebbe stato quello che documenti e cronache indicano come dedicato a san Giovanni Evangelista e realizzato dal vescovo Macedonio tra il 539 ed il 557.
Planimetria del battistero marcata sul livello pavimentale della piazza a margine del tessuto urbano storico (foto Carlo Nicotra) |