Castrum e centro storico
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Grado, parte superiore del battistero (foto Carlo Nicotra)
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Mappa del castrum
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Il nucleo primitivo di Grado, sorto quale struttura complementare avanzata del sistema portuale ed emporiale aquileiese, avviò la sua maturazione urbanistica tra il quarto ed il quinto secolo, contestualmente alla sua elezione a luogo di rifugio da parte delle popolazioni della bassa pianura friulana. L'insediamento fortificato, si dotò, già nel primo periodo della sua crescita, di una importante cinta muraria impostata su uno schema planimetrico irregolarmente rettangolare molto allungato, orientato lungo una direttrice nord-sud; la struttura fondazionale di questo manufatto difensivo, venuta man mano alla luce nel corso di una serie di indagini archeologiche, permise di stabilire la consistenza del perimetro murato castrense che, nel periodo del suo massimo sviluppo, misurava circa 360 metri di lunghezza ed una larghezza variabile tra i 48 metri del suo estremo limite settentrionale, gli 80 metri rilevati in corrispondenza del duomo e i 100 metri dell'estremità meridionale. Le cinte, temporalmente attestabili in successivi periodi storici, si erano progressivamente dotate di un apparato difensivo costituito da diverse torri e da almeno cinque porte; nella zona nord-occidentale del perimetro si trovava la medievale Porta Grande, della quale, sino al secolo scorso, erano visibili alcune tracce dell'alzato; adiacente alla torre tardoromana (torre poligonale) si apriva la Porta Nuova mentre più a sud, indagini archeologiche effettuate nel 1994 hanno messo in luce una ulteriore porta castrense collocata in linea con l'antico decumanus
Davanti alla chiesa di San Rocco sorgeva la Porta Piccola, demolita nel 1875 e sempre sul lato occidentale della cinta erano situate due torri a pianta rettangolare delle quali permangono tuttora tracce seppur molto alterate. Ulteriori tracce dell'impianto difensivo sono emerse con le indagini effettuate nel 2008 che hanno messo in luce un' altra porta collocata presso l'angolo sud-est del castrum in corrispondenza del medievale palazzo comunale. La forma allungata del castrum, attribuibile a fattori fisici legati alla geomorfologia del sito (la fortificazione sorgeva alla foce del Natisone occupando integralmente un importante ed emergente cordone deltizio sabbioso), copriva gran parte degli spazi occupati dall'attuale centro storico ed era percorso longitudinalmente da una dorsale viaria (calle Lunga e calle del Palazzo) che assecondava, nel suo andamento irregolare, l'orientamento delle mura occidentali; questo asse divenne, specie dal VI secolo in poi, fattore determinante per lo strutturazione del tessuto urbano ed elemento generatore dei principali luoghi monumentali. La tipologia del tessuto urbano che caratterizzò la crescita residenziale del borgo fu profondamente condizionata dallo sfruttamento intensivo degli spazi disponibili all'interno della cinta; nacque conseguentemente una struttura urbana complessa ed articolata ma sostanzialmente asservita, almeno sino al XIX secolo, alla compattezza dell'impianto castrense che, con i suoi allineamenti difficilmente modificabili, condizionò lo sviluppo dell'abitato alimentando pure la sua straordinaria veste pittoresca.
architetture abitative del centro storico (foto Carlo Nicotra)
La nascita della Grado turistica post-ottocentesca, che fu elemento determinante nella formazione della struttura urbanistica moderna, divenne anche il principale elemento condizionante per la corretta conservazione del patrimonio architettonico storico; durante questo periodo, sino al 1947, molte delle architetture residenziali racchiuse entro il tracciato dell'antico castrum vennero infatti sottoposte a profondi e spesso discutibili interventi di trasformazione.
I monumenti religiosi
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Grado, cattedrale di Sant'Eufemia (foto Carlo Nicotra)
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L'insediamento dei tre principali monumenti religiosi paleocristiani gradesi: la basilica di Santa Maria delle Grazie, il Battistero di San Giovanni e la cattedrale di Sant'Eufemia, costituenti un significativo trittico artistico per le loro architetture e per i rispettivi apparati decorativi e musivi, avvenne in un ristretto ambito urbano incardinato sull'asse viario longitudinale del castrum.
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La piazzetta della cattedrale in una immagine di fine Ottocento |
Questo spazio angusto sul quale prospettavano i tre edifici, fu oggetto di una opportuna espansione in seguito alle demolizioni di un tratto della cinta muraria operate in epoca medievale; le trasformazioni urbane mutarono l'assetto del tessuto urbano creando lo slargo corrispondente all'attuale campo dei Patriarchi. Il Duomo o Basilica di sant'Eufemia, voluta dal Patriarca Elia e da lui consacrata il 3 novembre del 579, venne realizzata sfruttando i resti di un preesistente impianto religioso risalente alla seconda metà del IV secolo. Le testimonianze architettoniche di questa struttura sono tuttora visibili nel livello inferiore del pavimento attuale ed attestano due fasi costruttive distinte: la prima viene identificata da una semplice aula rettangolare, la seconda, più recente, da una struttura absidata delle dimensioni di m. 14,70 per 6,70. La cattedrale eliana, organizzata, con la navata principale e le due navatelle laterali, su uno schema planimetrico delle dimensioni di m. 35,70 x 19,50, piuttosto allungato rispetto alle proporzioni canoniche, denuncia, con la pronunciata deviazione dell'orientamento della facciata e nelle tracce del nartece demolito nel secolo XIX, i condizionamenti subiti in fase costruttiva dall'attigua compatta edilizia del castrum. All'edificio fu poi aggiunto il campanile realizzato sul classico modello tardomedievale. L' interno della chiesa, nel quale si può percepire il particolare ritmo architettonico scandito dalle alternanze e dissonanze tra colonnato, paraste esterne e forature, viene caratterizzato anche dal bizantino dialogo chiaroscurale tra le tre navate e dal grande mosaico pavimentale.
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Cattedrale di Sant'Eufemia (foto Carlo Nicotra)
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Sant' Eufemia, ritmo del colonnato (foto Carlo Nicotra) |
Notevole pure la serie dei capitelli che sormontano le colonne in marmo policromo (vedi la serie dei sette capitelli compositi di tipo teodosiano) e l'alto ambone esagonale, duecentesco, ma con la presenza di componenti decorative tardoantiche e altomedievali. Il battistero, sorto in aderenza al duomo e legato ad esso sia funzionalmente che nel corpo di fabbrica (originariamente protetto da un portico a tre archi), è costituito da un'alta e compatta struttura a pianta ottagonale di dodici metri di diagonale e dodici di altezza. L'interno viene illuminato da una serie di finestre ed oculi e la percezione di verticalità viene esaltata dall'assenza di interruzioni architettoniche orizzontali (cornici, risalti ecc.).
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Grado, battistero e lapidario (foto carlo Nicotra) |
A nord del duomo, sorge la basilica di Santa Maria delle Grazie, terzo dei monumenti religiosi inseriti nel contesto urbano del campo dei Patriarchi, che la tradizione attribuisce all'opera del vescovo aquileiese Cromazio, profugo a Grado tra il 407 ed il 408.
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Grado, Santa Maria alle Grazie (foto Carlo Nicotra)
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L'edificio, le cui forme attuali (restituite dai restauri operati dall'architetto Alessandro Rimini nel 1924) sono da attribuire al periodo eliano, si struttura su un perimetro rettangolare, di 18,90 metri di lunghezza e di 11.20 metri di larghezza, dimensioni corrispondenti a quelle della cattedrale precedente, attestabile alla metà del V secolo; di questa prima chiesa rimangono tuttora visibili, le tracce del pavimento mosaicato e del presbiterio. Alla demolizione del nartece, originariamente addossato all'attuale facciata per alleggerire l'eccessivo verticalismo della parte centrale del prospetto, seguì la reintroduzione (durante i restauri del 1924) della importante trifora e delle paraste; tali opere furono eseguite nell'intento di restituire alla struttura un'immagine coerente al periodo di appartenenza, ma anche per attenuare l'impatto visivo della parte superiore dell'edificio.
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Santa Maria alle Grazie, trifora (foto Carlo Nicotra)
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Anche gli spazi interni, scanditi da tre navate separate da due file di archi colonnati (nella versione più antica le colonne erano sei mentre nell'edificio eliano si sono ridotte a cinque) sono regolati nella loro disposizione volumetrica dal forte slancio verticale della navata centrale, fattore determinante anche nella disposizione delle finestre e nella conseguente illuminazione naturale dei vani. I due diversi stadi della costruzione risultano evidenti nell'assetto degli interni; all'altare e alla navata centrale, appartenenti all'edificio eliano, corrispondono la navata destra e parte dell'abside, risalenti alla prima edificazione, posizionate su un livello inferiore.
La basilica in piazza della corte
Gli scavi archeologici effettuati tra il 1902 ed il 1904 in piazza della Corte (oggi piazza Biagio Marin) hanno messo in luce i resti di un complesso ecclesiale paleocristiano costituito da una basilica a tre navate e da un battistero a pianta ottagonale ubicato in prossimità del muro castrense occidentale.
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Piazza della Corte, planimetria delle due basiliche sovrapposte
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Su un livello inferiore dello scavo vennero inoltre individuati e definiti i resti, poi inglobati dallo sviluppo dell'edificio superiore, di una precedente chiesa a navata unica (delle dimensioni di m. 23.32 per 10,10) attestabile, viste le caratteristiche costruttive, i resti musivi e la semplicità dell'impianto architettonico, tra la fine del IV secolo e l' inizio del V.
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Piazza della Corte, gli scavi archeologici in un'immagine d' epoca |
Nel corso della prima metà del secolo VI fu realizzata, sui resti del primo edificio distrutto da un incendio, la nuova basilica, organizzata su tre navate e dotata di un importante impianto absidale. Secondo alcune interpretazioni il complesso basilicale, sorto sui resti di una costruzione romana, sarebbe stato quello che documenti e cronache indicano come dedicato a san Giovanni Evangelista e realizzato dal vescovo Macedonio tra il 539 ed il 557.
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Planimetria del battistero marcata sul livello pavimentale della piazza a margine del tessuto urbano storico (foto Carlo Nicotra) |
Il battistero, la cui costruzione è databile attorno al V secolo, presenta una misura in diagonale di m. 8.20; la sua collocazione rispetto alla cattedrale ha fatto ipotizzare l'esistenza di un'officiazione religiosa di culto ariano, probabilmente legata alla presenza di militari Goti nella guarnigione del castrum.