Castello di San Giusto, bastione rotondo e mura federiciane. In primo piano i resti del foro romano. (foto Carlo Nicotra) |
A
partire dal V secolo a.C. il progressivo abbandono degli abitati d'
altura dell'altipiano carsico portò alla nascita di insediamenti
costieri che si svilupparono nella parte più settentrionale dell'
Adriatico. Uno di questi era situato nel punto più elevato e
strategico del colle che ospiterà sul suo fianco occidentale prima
la Tergeste
preromana, poi la colonia romana d' età cesariana e successivamente
il borgo medievale.
Di
questo insediamento, citato da alcuni autori quale castelliere
dell'età del ferro, ipotizzato in epoca romana quale completamento
della cinta muraria urbana e successivamente quale logico
completamento difensivo della cittadella bizantina, non si sono
trovati significativi riscontri archeologici o documentali.
Notizie
puntuali in merito si iniziano ad avere solamente in seguito
all'assedio (1368 - 1369) conclusosi con il decennale dominio
militare veneziano di Trieste. Gli undici mesi di combattimenti
avevano lasciato pesanti tracce e distruzioni e la
costruzione di un castello sul colle rispondeva all'urgente necessità
veneziana di
provvedere ad un rapido consolidamento strategico delle posizioni
conquistate. Il senato veneto optò per il potenziamento delle difese
del porto, con la costruzione del castello Amarina
e la fortificazione della sommità del colle di San Giusto, ove erano
già edificate le torri della Cucherna
o Chiauchiara
e della Cella,
appartenenti alla cinta murata cittadina.
Nel
1371 Il castello di San Giusto, alla cui direzione dei lavori erano
preposti gli architetti Goro e Giacomo de Medicina e l' ingegnere
Allegrino di Verona, era in fase di avanzata realizzazione e nel 1377
un documento del senato veneziano stabiliva l' entità della
guarnigione del castri Sancti Justi de
Tergeste
in centosessanta tra fanti e balestrieri.
L'
occupazione veneziana si concluse con la rivolta della cittadinanza
nel 1379 durante la quale il castello venne parzialmente demolito,
mentre i resti vennero ulteriormente danneggiati dall'intervento
genovese del 1380 avvenuto nel contesto della cosiddetta guerra
di Chioggia (1378
- 1381).
Dopo
l'abbandono della città da parte dei genovesi (luglio 1380),
la fortezza, venne sottoposta (1382) a lavori di ripristino
della torre e della “domus magna” ed utilizzata dal Comune
per fini difensivi.
La fabbrica del castello, lungamente sospesa, riprese nel 1470 quando l' imperatore Federico III d' Asburgo, diede l' avvio al recupero dei resti del preesistente edificio, e continuò ad opera dei veneziani che avevano nuovamente occupato Trieste (1508) nel corso della guerra della lega di Cambrai. La costruzione veneziana, rimasta incompiuta, era impostata su una pianta triangolare difesa ai vertici da torri a pianta circolare.
Bastione rotondo o veneto (foto Carlo Nicotra) |
Successivamente al ripristino della sovranità degli Asburgo sulla città, la costruzione della fortezza proseguì per gradi, con l' aggiunta di nuovi bastioni e strutture a seconda delle necessità strategiche e conseguentemente alle scarse disponibilità finanziarie.
Nel
novembre del 1551 l' imperatore Ferdinando
I incaricò il capitano Giovanni Hoyos di proseguire con i lavori di
costruzione di un nuovo bastione sul lato sud; il soprintendente
militare Domenico di Lalio, completò il primo blocco della struttura
nel 1556 secondo il progetto dell'architetto Francesco da Pozzo.
L'
ultimo bastione, che difendeva il lato scoperto verso il colle di
Montuzza, venne progettato da Giovanni Pietro de Pomis e realizzato
tra il 1616 ed il 1630.
Successivamente
a tale data la struttura non si espanse più ma fu oggetto di
continue modifiche, dettate in gran parte dalla necessità di
adeguamento alle necessità gestionali dell'amministrazione austriaca
e di adattamento all'evoluzione delle tecnologie militari.
Nel
1918, con l'annessione di Trieste all'Italia, il castello venne
affidato alle autorità militari che lo utilizzò quale sede del
Regio Distretto Militare sino al 1933, quando l'intero comprensorio
passò alla piena proprietà del Comune.
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