giovedì 6 aprile 2017

Castello di San Giusto - prospezioni georadar e scavi archeologici


Castello di San Giusto, il piazzale prima dell' inizio degli scavi

Nel corso degli interventi di restauro effettuati negli anni compresi tra il 2003 ed il 2013, furono effettuati, nel contesto dei vari lotti di lavoro, una serie di sondaggi, finalizzati alla verifica di eventuali elementi di permanenza nel sottosuolo del piazzale del castello. Le fonti documentarie testimoniavano la presenza della fortezza veneta anteriormente alla costruzione dell'edificio federiciano(1470), mentre l'esistenza di un continuum edificato tra il castelliere risalente all'età del ferro, e le strutture d'epoca romana e bizantina, rimaneva privo di elementi materiali di conferma. Il fatto che, nel tratto superiore della cinta murata medievale, posto sulla sommità del colle, insistessero pure le torri di Cucherna e della Cella, rafforzava la necessità dell'esecuzione di puntuali verifiche preliminari. La prima operazione, a carattere non invasivo, fu avviata, contestualmente alle opere di restauro, mediante la metodologia del Ground Probing Radar o georadar (GPR), sistema che offriva già nel 2003, al momento dell'effettuazione delle prospezioni, buone garanzie di precisione nelle mappature archeologiche dei livelli superficiali del sottosuolo.


estratto immagine georadar presso l' edificio federiciano
(archivio del Comune di Trieste)


Nel corso di due mesi furono effettuate, due serie di 50 profili. La prima fu effettuata con un' antenna da 500 Mhz conformata per l'esecuzione di indagini attendibili sino alla profondità di 3,50 – 4,00 metri, mentre la seconda serie, utilizzava una risoluzione da 100 Mhz, ed era in grado di rilevare elementi anomali sino alla profondità di 10 metri dal piano di superficie. L'elaborazione dei dati rilevati, restituiti graficamente su piani paralleli alla superficie di calpestio, permise di evidenziare l'esistenza, nel sottosuolo del piazzale, di una serie di manufatti murari, dalla geometria regolare ed un andamento planimetrico prevalentemente ortogonale. Le caratteristiche tipologiche di queste strutture, collocate in un'area prossima alle murature interne degli attuali bastioni, indicavano l'esistenza di due distinti organismi edilizi sepolti, ai quali si aggiungeva, nel centro del piazzale, la presenza di un massiccio elemento circolare.
Successivamente (13 giugno-18 settembre 2005), il piazzale fu interessato da indagini archeologiche dirette, finalizzate ad individuare la successione stratigrafica nei siti, ove le risultanze delle indagini georadar, avevano indicato la presenza di manufatti murari sepolti. Il primo significativo elemento emerso, fu la presenza di un uniforme ed omogeneo strato di copertura, costituito da uno spessore di circa 40-50 centimetri di materiale lapideo, assestato al di sopra di tutte le strutture murarie successivamente riportate in luce.

estratto del rilievo planimetrico dei ritrovamenti archeologici
(archivio del Comune di Trieste)

Tale strato, formato dai materiali di rovina dei manufatti più antichi, riutilizzati per la creazione dello spazio planimetrico del piazzale, costituiva, in un certo senso, un elemento di sintesi materiale della lunga e complessa storia della fortezza. Nelle stratigrafie più profonde venne ritrovato il sistema murario fondazionale segnalato dalle prospezioni georadar; esso apparteneva, almeno in parte, agli edifici del castello veneto, mentre l' elemento murario circolare, messo completamente in luce dagli scavi, si rivelava quale parte basale di una delle torri delle fortificazioni più antiche.



dettagli del basamento circolare (foto archivio del Comune di Trieste)

Il basamento, del diametro di 9,50 metri, affondava la sua tessitura muraria per circa 120 cm nel materiale lapideo di riempimento, per appoggiarsi direttamente sul substrato di roccia arenacea.

sezione rilevata del basamento circolare (elaborazione grafica Carlo Nicotra)


Dopo la conclusione della prima fase delle indagini, fu avviata la realizzazione di due trincee subparallele nell'area del piazzale; gli scavi permisero di confermare alcune delle risultanze già ottenute e il contestuale ritrovamento di una serie di reperti ceramici, prevalentemente attestabili all'inoltrato XVI secolo - inizi del secolo XVII, con presenza residuale di frammenti di epoche precedenti.

una delle due trincee realizzate nel piazzale (foto archivio del Comune di Trieste) 

Complessivamente, anche il quadro dei ritrovamenti ceramici confermò, vista la totale disomogeneità dei punti di localizzazione, i profondi rimaneggiamenti e le sostanziali modificazioni subite, durante la progressiva formazione della fortezza, dagli elementi edilizi che insistevano nell'area di indagine.

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